La
stagione espositiva dell'Istituto Nazionale per la Grafica, nello
storico Palazzo Poli (fontana di Trevi) si è aperta con una mostra
di opere di Luca Pignatelli. un prolifico artista milanese che ha
riscosso notevoli successi a Firenze, Nizza, Napoli e New York, con
immagini prese in prestito dal passato contaminate da innovazioni
iconografiche e tecniche.
Per
Pignatelli, come spiega nel catalogo Luca Beatrice "la pittura non è
soltanto il territorio dell’immagine, ma una rete complessa di
strutture e anomalie in grado di determinare lo stile e il
linguaggio dell’artista. Nel suo lavoro confluiscono tutti gli
interrogativi e i quesiti lasciati aperti dal caso pittura nell’era
delle avanguardie. E’ interessato a un’operazione di memorie di
superficie che trasudino vita ed esperienza, perché la pittura è,
soprattutto, pelle".
Stampe
antiche e vecchie foto, libri di preghiera, cartoni per scenografie,
teloni di camion, sono i supporti sui quali Pignatelli interviene
con la pittura ed elementi polimaterici, realizzando opere di grande
formato e di intensa suggestione emotiva. L’artista prende come
punto di partenza i capolavori della scultura greco-romana classica
ed ellenistica, ma rivisita anche le scenografiche vedute di
Piranesi, le cui matrici sono conservate nella Calcoteca
dell'Istituto. "L’opera di Luca Pignatelli – scrive Salvatore Veca -
genera un campo di tensione fra prossimità e distanza. La sua
archeologia degli sguardi evoca la celebre immagine novecentesca
dell’Angelus Novus che nella bufera si protende verso il futuro con
il viso rivolto al passato. Per noi che siamo vacillanti, ci dice
l’opera dell’artista, le icone della scultura classica sono il
promemoria di un equilibrio perduto e perturbante, e le ferite e le
crepe della città di Piranesi annunciano i segni della minaccia e
dell’imminenza della bufera".
Completa la mostra "Atlantis", una riflessione sulla civiltà
occidentale in centinaia di carte intelate, cui si aggiungerà un
ciclo di opere grafiche realizzato dall’artista nella stamperia
dell’Istituto, in collaborazione con lo stampatore Corrado Albicocco
di Udine. Con Albicocco Pignatelli aveva già effettuato delle
sperimentazioni con la tecnica della maniera allo zucchero.
La
mostra costituisce soprattutto l'occasione per riflettere, ancora
una volta, sulla tendenza ad utilizzare diversi linguaggi espressivi
travalicando i confini delle varie discipline, da un punto di
osservazione privilegiato quale quello dell'Istituto Nazionale per
la Grafica che si occupa dell'elaborazione dell'immagine,
dall'invenzione, alla riproduzione, alla traduzione in tutte le
declinazioni tecniche. La mostra è accompagnata dal film di Daniele
Pignatelli, HOPE2 prodotto da Art’n Vibes e Collaterals Films e
dalla pubblicazione edita da Umberto Allemandi, con testi di Luca
Beatrice, Marina Fokidis, Maria Antonella Fusco, Antonella Renzitti
e Salvatore Veca. Fino al 5 febbraio 2012.