Sta
per tornare a Montecelio la famosa Triade Capitolina. Alla fine del mese lascerà
provvisoriamente il Museo Archeologico di Palestrina per tornare nel territorio
del suo rinvenimento, in occasione della mostra che sarà allestita presso il
Complesso monumentale del San Michele e comprenderà i reperti emersi negli
ultimi anni nel Parco archeologico dell’Inviolata, dove in epoca romana si
trovava anche un ricco complesso residenziale di circa 10 mila metri quadrati.
La villa, edificata alla fine dell’epoca repubblicana ma modificata in età
imperiale, si trovava in posizione piuttosto elevata, su un ripiano a sud est
affacciato sul fosso dell’Inviolata. Un diverticolo della via Cornicolana la
collegava alla Tiburtina.
Raffinatissima
doveva essere la decorazione degli ambienti, come testimoniano frammenti di
marmi pregiati, intonaci dipinti e tessere musive. Non doveva mancare un
confortevole impianto termale privato, probabilmente alimentato da una grande
cisterna rettangolare in opera cementizia, con il lato maggiore lungo 40 metri,
divisa in due ambienti a volta comunicanti, rivestiti in opera signina.
I resti monumentali
sono, purtroppo, di difficile lettura, perché il sito è stato oggetto di
ricerche sistematiche da parte dei "tombaroli", che hanno sconvolto l’area per
asportare sculture, frammenti architettonici e oggetti di valore da introdurre
sul mercato clandestino.
Non è un caso che
proprio da uno scavo clandestino nella villa dell’Inviolata provenisse l’ormai
famosa Triade Capitolina - Giove, Giunone e Minerva - recuperata dai Carabinieri
del Comando Tutela Patrimonio Artistico. Il prezioso reperto era stato venduto a
un antiquario svizzero. Nel 1994, quando stava per essere ceduto a un
collezionista americano, gli uomini del generale Roberto Conforti riuscirono a
sequestrarlo. Una serie di perquisizioni aveva permesso di ritrovare un
frammento del gruppo rimasto in Italia, parte dell’avambraccio destro di
Giunone, che combaciava perfettamente con la scultura in possesso
dell’antiquario elvetico. Fu possibile, in questo modo, provare senza ombra di
dubbio che la Triade apparteneva al nostro Paese e bloccarne la circolazione sul
mercato internazionale, restituendola al pubblico nel Museo Archeologico di
Palestrina.
L’opera riveste
un’importanza particolare, essendo l’unica scultura a tutto tondo finora
ritrovata che rappresenti la Triade Capitolina, nota solo da riproduzioni su
medaglioni, monete o rilievi.
Le tre divinità
principali del Pantheon romano sono raffigurate sedute una accanto all’altra, in
una rara posizione di pari dignità, su una lunga panca. Sono contraddistinte dai
consueti attributi e dall’animale a loro sacro. Giove, al centro, è vestito del
solo mantello, panneggiato intorno ai fianchi e riportato sulla spalla sinistra.
Nella mano destra, abbandonata in grembo, regge un fascio di fulmini. Ai suoi
piedi è la fedele aquila, compagna di tante avventure, che guarda verso il padre
degli dei pronta a scattare a un suo cenno. Alla sinistra di Giove è la sua
sposa, Giunone, con indosso un chitone stretto da una cintura sotto il seno e un
ampio mantello. Il volto è incorniciato dal velo. Nelle mani, oggi perdute,
doveva stringere una patera e uno scettro. Le è accanto il pavone. All’estremo
opposto del sedile, Minerva è accompagnata dall’immancabile civetta. Vestita in
modo simile a Giunone, ha sul capo l’elmo corinzio.
Ogni divinità ha
dietro al capo una piccola vittoria alata che la incorona con un serto vegetale:
di foglie di quercia per Giove, di petali di rosa per Giunone e d’alloro per
Minerva.
Il gruppo è
databile tra il 160 e il 180 d.C. e doveva essere collocato nel larario della
villa, da dove stendeva la sua ala protettrice sulla lussuosa dimora e su tutti
i suoi abitanti.
Intanto si è
proceduto ai restauri al Complesso monumentale di San Michele, alla istallazione
dei percorsi luce e dell’impianto di allarme nel locale precedentemente adibito
a sacrestia. Ogni pezzo in esposizione sarà assicurato secondo il proprio
valore, a spese del comune di Guidonia Montecelio, che dovrà accollarsi anche
l’onere economico del trasporto dei vari reperti.
Il Complesso è
destinato a ospitare l’Antiquarium di Montecelio, attualmente sistemato nello
storico palazzetto dell’ex-Oratorio
Con il nuovo anno
sarà poi possibile fruire del Parco archeologico dell’inviolata, finalmente
perimetrato, dove ogni sabato scolaresche e appassionati potranno fare visite
guidate attraverso gli scavi tutt’ora in corso.