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Sarà esposta da fine gennaio nel Complesso del San Michele

La Triade Capitolina torna a Montecelio

Sta per tornare a Montecelio la famosa Triade Capitolina. Alla fine del mese lascerà provvisoriamente il Museo Archeologico di Palestrina per tornare nel territorio del suo rinvenimento, in occasione della mostra che sarà allestita presso il Complesso monumentale del San Michele e comprenderà i reperti emersi negli ultimi anni nel Parco archeologico dell’Inviolata, dove in epoca romana si trovava anche un ricco complesso residenziale di circa 10 mila metri quadrati. La villa, edificata alla fine dell’epoca repubblicana ma modificata in età imperiale, si trovava in posizione piuttosto elevata, su un ripiano a sud est affacciato sul fosso dell’Inviolata. Un diverticolo della via Cornicolana la collegava alla Tiburtina.

Raffinatissima doveva essere la decorazione degli ambienti, come testimoniano frammenti di marmi pregiati, intonaci dipinti e tessere musive. Non doveva mancare un confortevole impianto termale privato, probabilmente alimentato da una grande cisterna rettangolare in opera cementizia, con il lato maggiore lungo 40 metri, divisa in due ambienti a volta comunicanti, rivestiti in opera signina.

I resti monumentali sono, purtroppo, di difficile lettura, perché il sito è stato oggetto di ricerche sistematiche da parte dei "tombaroli", che hanno sconvolto l’area per asportare sculture, frammenti architettonici e oggetti di valore da introdurre sul mercato clandestino.

Non è un caso che proprio da uno scavo clandestino nella villa dell’Inviolata provenisse l’ormai famosa Triade Capitolina - Giove, Giunone e Minerva - recuperata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Artistico. Il prezioso reperto era stato venduto a un antiquario svizzero. Nel 1994, quando stava per essere ceduto a un collezionista americano, gli uomini del generale Roberto Conforti riuscirono a sequestrarlo. Una serie di perquisizioni aveva permesso di ritrovare un frammento del gruppo rimasto in Italia, parte dell’avambraccio destro di Giunone, che combaciava perfettamente con la scultura in possesso dell’antiquario elvetico. Fu possibile, in questo modo, provare senza ombra di dubbio che la Triade apparteneva al nostro Paese e bloccarne la circolazione sul mercato internazionale, restituendola al pubblico nel Museo Archeologico di Palestrina.

L’opera riveste un’importanza particolare, essendo l’unica scultura a tutto tondo finora ritrovata che rappresenti la Triade Capitolina, nota solo da riproduzioni su medaglioni, monete o rilievi.

Le tre divinità principali del Pantheon romano sono raffigurate sedute una accanto all’altra, in una rara posizione di pari dignità, su una lunga panca. Sono contraddistinte dai consueti attributi e dall’animale a loro sacro. Giove, al centro, è vestito del solo mantello, panneggiato intorno ai fianchi e riportato sulla spalla sinistra. Nella mano destra, abbandonata in grembo, regge un fascio di fulmini. Ai suoi piedi è la fedele aquila, compagna di tante avventure, che guarda verso il padre degli dei pronta a scattare a un suo cenno. Alla sinistra di Giove è la sua sposa, Giunone, con indosso un chitone stretto da una cintura sotto il seno e un ampio mantello. Il volto è incorniciato dal velo. Nelle mani, oggi perdute, doveva stringere una patera e uno scettro. Le è accanto il pavone. All’estremo opposto del sedile, Minerva è accompagnata dall’immancabile civetta. Vestita in modo simile a Giunone, ha sul capo l’elmo corinzio.

Ogni divinità ha dietro al capo una piccola vittoria alata che la incorona con un serto vegetale: di foglie di quercia per Giove, di petali di rosa per Giunone e d’alloro per Minerva.

Il gruppo è databile tra il 160 e il 180 d.C. e doveva essere collocato nel larario della villa, da dove stendeva la sua ala protettrice sulla lussuosa dimora e su tutti i suoi abitanti.

Intanto si è proceduto ai restauri al Complesso monumentale di San Michele, alla istallazione dei percorsi luce e dell’impianto di allarme nel locale precedentemente adibito a sacrestia. Ogni pezzo in esposizione sarà assicurato secondo il proprio valore, a spese del comune di Guidonia Montecelio, che dovrà accollarsi anche l’onere economico del trasporto dei vari reperti.

Il Complesso è destinato a ospitare l’Antiquarium di Montecelio, attualmente sistemato nello storico palazzetto dell’ex-Oratorio

Con il nuovo anno sarà poi possibile fruire del Parco archeologico dell’inviolata, finalmente perimetrato, dove ogni sabato scolaresche e appassionati potranno fare visite guidate attraverso gli scavi tutt’ora in corso.

di Antonio Venditti e Cinzia Dal Maso

18 gennaio 2012

 

 

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