Francesco
Barberi, detto il Guercino, originario della città di Cento, fu uno dei
protagonisti della pittura seicentesca italiana. Al suo grande talento artistico
è dedicata la mostra che ha inaugurato i nuovi spazi espositivi al piano terreno
di Palazzo Barberini, dove rimarrà fino al prossimo 29 aprile.
L’esposizione,
curata da Rossella Vodret e da Fausto Gozzi, direttore della Pinacoteca Civica
di Cento, vuole essere anche un omaggio a Sir Denis Mahon, da poco scomparso,
che ha dedicato al pittore gran parte dei suoi studi. E’ composta da opere
provenienti dai musei e dalle collezioni di Roma e di Cento, oltre che dal Fondo
Edifici di Culto del Ministero dell’Interno: uno straordinario corpus di
dipinti, che permette di gettare uno sguardo d’insieme sull’opera del maestro
emiliano: trentasei capolavori che coprono tutto l’arco cronologico del suo
lungo percorso artistico facendone emergere l’esuberante talento, cominciando
dai primi dipinti, che riflettono l’influsso di alcuni importanti maestri
ferraresi, come Ippolito Scarsella (1551-1620) e Carlo Bononi (1569-1632), per
arrivare alla produzione più squisitamente legata allo stile e alle idee
derivate da Ludovico Carracci. Quest’ultimo fu maestro del Guercino e lo
considerò un continuatore della sua arte, anche se le opere dell’allievo
mostravano un vigore completamente nuovo. Così, ad esempio, non si erano mai
visti prima certi effetti temporaleschi che compaiono nello Sposalizio mistico
di Santa Caterina alla presenza di San Carlo Borromeo, del 1614-15 e nelle più
tarde tele con La Madonna della Ghiara con san Pietro, San Carlo Borromeo, un
angelo e donatore o nei Santi Bernardino da Siena e Francesco d’Assisi con la
Madonna di Loreto, entrambe eseguite nel 1618 e conservate nella Pinacoteca
Civica di Cento.
Nel 1621 il pittore
venne chiamato a Roma dal papa bolognese Gregorio XV Ludovisi, che, insieme al
nipote, il cardinale Ludovico, divenne il suo principale mecenate. Per loro si
dedicò alla decorazione del Casino Ludovisi, nella zona del Pincio, con la
famosa Aurora nella volta della sala principale al pian terreno e con la Fama,
l’Onore e la Virtù al piano nobile.
Capolavoro assoluto
degli anni romani è rappresentato dalla enorme pala raffigurante Santa
Petronilla sepolta e accolta in cielo oggi alla Pinacoteca Capitolina, di cui in
mostra si espone il "ricordo" di piccolo formato. Mahon considerava quest’opera
uno spartiacque tra la produzione giovanile del Guercino e quella matura, un
cambiamento di stile dovuto di certo all’importanza della commissione, la prima
di una serie per la Basilica di San Pietro, che deve aver portato l’artista a
uno stile più vicino al classicismo.
Dopo l’improvvisa
morte del papa nel 1623 il Guercino, conscio di aver perso il suo principale
mecenate e protettore, tornò a Cento.
Un riflesso del
profondo cambiamento in senso classico e monumentale intervenuto nelle opere
successive al soggiorno romano è percepibile nel San Luca e nel San Matteo, oggi
alla Galleria Nazionale d’Arte Antica, provenienti dalla collezione Barberini.
Dopo il ritorno a
Cento, il pittore eseguì alcuni quadri, richiesti da illustri committenti
romani, ancora oggi conservati nella città papale, riconducibili al periodo di
transizione (1623-1634) che segue il rientro in Emilia. Questo particolare
momento stilistico è ben rappresentato dal Ritorno del figliol prodigo (Galleria
Borghese) portato a termine intorno al 1627-28 o dal Ritratto del cardinal
Bernardino Spada (Roma, Galleria Spada) eseguito nel 1631.
Gli anni della
maturità del Guercino sono caratterizzati - soprattutto dopo la morte di Guido
Reni, avvenuta nel 1642 - da una rinnovata attenzione ai modi classicisti, in
particolare nella gamma cromatica, che diviene tenue e delicata, nella raffinata
eleganza formale e nella progressiva semplificazione che lo porterà verso una
maggiore chiarezza compositiva. Espressione di questa tendenza sono la Cleopatra
davanti a Ottaviano Augusto della Pinacoteca Capitolina o lo splendido Saul
contro David di Palazzo Barberini.
La mostra "Guercino
1591 – 1666. Capolavori da Cento e da Roma" è promossa dal Ministero per i Beni
e le Attività Culturali - Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma e dal
Comune di Cento. La mostra è prodotta da Civita con la collaborazione di Start.
Il catalogo è edito da Giunti Arte Mostre Musei.