"Il
geroglifico di un soffio" è il nome della mostra ospitata presso la
Casa dei Teatri e le Scuderie della Casa dei Teatri di Roma di Villa
Doria Pamphilj fino al prossimo 3 maggio: un’iniziativa promossa
dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro storico di Roma
Capitale, da Biblioteche di Roma e dal Teatro di Roma, con il
sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
dell’Istituto Polacco, dell’Istituto Grotowski e dell’Accademia di
Belle Arti di Roma in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione arriva a 13 anni dalla morte del regista polacco Jerzy
Grotowski, maestro incontestato del teatro sperimentale degli anni
Sessanta che ha cambiato la concezione del teatro e della formazione
dell’attore. Sono anche passati 22 anni dalla scomparsa di Ryszard
Cieslak, l’attore che ha incarnato i metodi
del Teatro Laboratorio di Wroclaw e che ha
superato tutti i possibili limiti della recitazione.
"Il
geroglifico di un soffio" è un omaggio a questi due grandi artisti,
ma anche ai loro compagni del Teatr Laboratorium di Wroclaw.
La
mostra organizza e seleziona un’enorme serie di note di lavoro prese
in forma di schizzi e disegni da Serge Ouaknine, che dal 1966 al
1967 ha partecipato, prima come uditore e poi come collaboratore, a
tutti i lavori del Teatr Laboratorium. Questi materiali, per la
maggior parte inediti, sono una preziosa testimonianza dei metodi di
lavoro di Grotowski e dei suoi compagni.
Per la
prima volta i disegni verranno esposti in forma organica e
coordinata basata su tre temi: "Il Principe costante", "Akropolis" e
il training per "Apocalypsis cum figuris".
Serge
Ouaknine è stato il primo francese a lavorare con Grotowski dal 1966
al 1967. Il suo studio sul Principe costante pubblicato nel 1970
nella collana "Les Voies de la Création Théâtrale", del CNRS,
illustrato da una partitura grafica da lui stesso disegnata, gli ha
permesso di restituire, comprendere e analizzare la struttura di uno
spettacolo complesso costruito con prodezze magistrali e
raffinatissime tecniche recitative. La partitura originale
ricostruisce le fasi dell’intero spettacolo ed è composta da 87
disegni riuniti in una striscia di carta lunga 13 metri, che sarà
esposta nel nuovo spazio polifunzionale delle Scuderie della Casa
dei Teatri. Accanto alla partitura troveranno posto un numero
considerevole di disegni e note di lavoro inedite, testimonianze
grafiche di eccezionale importanza perché prese durante il vivo del
lavoro di Grotowski con gli attori. Tali documenti, oltre allo
spettacolo del "Principe Costante", riguardano le prove per la
ripresa di Akropolis e una parte significativa del lavoro di
preparazione per l’ultimo spettacolo di Grotowski Apocalypsis cum
figuris.
In
quest’ultimo caso i disegni non rappresentano un risultato finito,
ma testimoniano il processo organico degli attori, la trasformazione
delle sequenze dei movimenti verso una forma organica che più tardi
decanterà nella partitura dello spettacolo.
Come
una caricatura rivela i tratti decisi di un volto, i disegni di
Ouaknine riescono, con sicurezza prodigiosa, a trasferire nella
rapida sintesi del suo segno grafico la quintessenza della dinamica
e del respiro dei corpi. Sembra di vedere materializzato il
"geroglifico di un soffio" con cui Antonin Artaud voleva ricreare
l’idea di un teatro sacro.
Accanto
ai disegni di Ouaknine l’esposizione prevede la proiezione integrale
del film realizzato da Ferruccio Marotti dello spettacolo del
"Principe Costante". Il documento è stato ricavato dalla
sincronizzazione di una pista sonora registrata al festival dei due
Mondi di Spoleto nel 1967 e un girato muto depositato nell’archivio
del Teatr Laboratorium realizzato durante una tournée da una troupe
televisiva.
La
sovrapposizione delle due repliche (sonora e visiva) dello
spettacolo è costata un lungo lavoro condotto negli anni Settanta a
Roma da un’équipe diretta da Ferruccio Marotti a cui ha preso parte
lo stesso Cieslak. Il risultato è stato
sorprendente. La sincronizzazione eseguita sui respiri degli attori
ha permesso la ricostruzione dello spettacolo ed ha conservato un
documento preziosissimo su uno spettacolo che ha segnato il teatro
della seconda metà del Novecento.
La
mostra è curata da Guido Di Palma e Luisa Tinti. Allestimento è di
Claudia Federici. La grafica è di Marco Maciariello.
Ingresso libero, dalle 10.00 alle 19.00, dal martedì alla domenica.