Qui era, secondo la
tradizione, una casa appartenuta alla famiglia di Santa Silvia, madre di papa
Gregorio Magno.
La casa a sua volta
era costruita su un edificio romano, probabilmente la caserma della IV Coorte
dei Vigili.
Nel VII secolo o
all'inizio dell’VIII i monaci basiliani vi fondarono un convento, che certamente
esisteva nel 768, quando vi fu imprigionato il falso papa Costantino.
Nel X secolo il
monastero dovette essere abitato dai monaci benedettini di Montecassino, che
avrebbero costruito la prima chiesa al di sopra dell'oratorio, intorno al 1145,
a pianta basilicale, con tre navate.
La chiesa fu dotata
anche di un campanile: tipico esempio di torre medioevale con aperture a
monofore, originariamente più alto di quello attuale, ma abbassato a causa della
scarsa stabilità.
La chiesa fu
ulteriormente rimaneggiata nel 1205, quando fu realizzato il bellissimo
pavimento cosmatesco con cinque grandi dischi di marmi diversi posti al centro e
il portale d'ingresso, ove si legge la firma di Jacopo, figlio di Lorenzo e
padre di Cosma, che poi diede il nome alla celebre stirpe di marmorari. La
decorazione del portale presenta motivi a stelle e rombi con tessere oro, rosse
e blu.
Alla metà del
Quattrocento, quando il monastero fu sotto la guida del cardinale Piccolomini,
appartengono l'attuale facciata, la decorazione del tetto a capriate e l'arco
trionfale.
Si accede al
complesso di San Saba attraverso un bellissimo protiro del XIII secolo con
colonne ioniche sormontate da mensole, posto in cima ad una gradinata, che
immette in un cortile dove prospetta un porticato a sei pilastri in laterizio
con piattabanda in travertino, qui posti da papa Pio VI (1775- 99).
Sotto il portico
della chiesa sono situati molti reperti, alcuni appartenenti all'antico
complesso di S. Saba, altri alla circostante zona archeologica: capitelli,
iscrizioni, altari, rocchi di colonne, frammenti di sarcofagi murati alle
pareti, un grande sarcofago strigilato con la dextrarum iunctio (il momento
culminante del rito nuziale nell’antica Roma) e un rilievo dell’VIII secolo con
un cavaliere con un falcone.
L'interno della
chiesa è a tre navate, divise da 24 colonne provenienti da edifici pagani, e
concluse da tre absidi; la navata centrale, che risulta essere il doppio di
quelle laterali, è illuminata da otto finestre che si aprono su entrambi i lati.
Nell'abside vi sono, oltre alla sedia episcopale, ornata da un grande disco con
mosaici cosmateschi, anche il ciborio, sorretto da quattro colonne in marmo nero
venato di bianco, e gli splendidi affreschi dell’abside, del 1575. Questi ultimi
rievocano la preesistente decorazione musiva, rappresentando Cristo tra i Santi
Saba e Andrea, al di sopra dell’Agnello mistico e teorie di agnelli, la Vergine
in trono con il bambino, i dodici Apostoli, Gregorio XIII e Santi.
Sotto al
presbiterio corre una piccola cripta semianulare con le pareti quasi interamente
ricoperte di iscrizioni e antichi frammenti marmorei.
Esiste, inoltre,
una sorta di quarta navata sul lato sinistro - forse un originario portico -
sulle cui pareti sono ancora visibili gli affreschi del secolo XIII del Maestro
di San Saba, raffiguranti un papa in trono tra due santi, la Vergine in trono
tra S. Andrea e S. Saba e un terzo dipinto dal soggetto veramente curioso.
Infatti vi compaiono tre giovani donne nude, un soggetto che sembrerebbe poco
adatto a un edificio sacro. Si tratta invece della leggenda di San Nicola di
Bari e delle tre zitelle. Le protagoniste della storia sono tre ragazze
appartenenti a una famiglia povera ma onestissima. Sono raffigurate nel letto,
addormentate vicino al padre, che era preoccupato del loro futuro. Erano
bellissime, ma a causa della miseria la loro virtù poteva essere in pericolo. Il
padre aveva pregato San Nicola. E nel corso della notte, ecco apparire il santo
affacciato a una finestra, con una borsa in mano piena di monete d’oro. Un
attimo più tardi avrebbe gettato la borsa sul letto, dando finalmente alle
ragazze un cospicua dote.
Questa leggenda era
all’origine dell’usanza di fare regali ai bambini nel giorno della festa di San
Nicola, il 6 dicembre. La consuetudine sarebbe slittata al 25 dicembre quando
San Nicola, ossia Santa Claus, sarebbe diventato una figura cara ai bambini di
tutto il mondo, Babbo Natale.