I dialoghi veloci e
stringati di Sconocchia, il taglio cinematografico dell’opera, una precisa e
puntuale documentazione storica, riescono ad avvincere il lettore e a
trasportarlo in atmosfere cariche di emozioni. Innanzi tutto all’inizio del
Novecento, nelle paludi Pontine, alla stazione di posta di Mesa, dove un uomo
più anziano ripensa ai lunghi anni trascorsi come militare pontificio per il
mantenimento dell’ordine pubblico e la lotta al brigantaggio. C’è davanti a lui
il mastro della posta, le cui scelte di vita sono state diametralmente opposte.
Due mondi si confrontano e si scontrano: quello dello sbirro e quello del
patriota, mentre i ricordi li fanno tornare ancora indietro nel tempo.
Le vicende
personali dei due uomini – così diversi ma entrambi innamorati di Roma - si
intrecciano con quelle dei principali protagonisti degli eventi febbrili e
drammatici che portarono alla caduta del potere temporale dei Papi. C’è Nino
Costa, grande patriota e gigante della pittura europea, ci sono gli zuavi
pontifici incattiviti dalla strage alla caserma Serristori e i briganti
coinvolti in giochi più grandi di loro. C’è soprattutto Giuditta Tavani Arquati,
trasteverina dalla battuta sempre pronta, coraggiosa e intrepida perfino nel
momento dell’estremo sacrificio.
Per l’Incontro con
l’editore, Mariarita Pocino ha illustrato le ultime novità della Edilazio.