La fontana
della Botticella a largo San Rocco
Al pilastro di
sostegno dei due Archi di largo San Rocco, in una nicchia, è
addossata la graziosa fontana della "Botticella", alimentata
dall’Acqua Vergine. Fu collocata nel 1774 dalla confraternita degli
osti di Ripetta, durante il pontificato di Clemente XIII
(1758-1769), come ricorda un’epigrafe che sovrasta la nicchia.
L’originaria ubicazione era a ridosso della facciata del palazzo
Valdambrini. Si può considerare una versione settecentesca del
facchino cinquecentesco della via Lata.
La
fontana raffigura, al di sopra di un barile di vino, la testa di un
oste oppure di un facchino con il caratteristico berretto sbilenco
che versa sorridendo l’acqua dalla bocca in un sottile bacile ovale
sospeso su un mucchio di pietre. Alla base della vasca due fistole
gettano acqua in un catino che a sua volta la riversa
nell’imboccatura della botte. Un bordo marmoreo conclude la
composizione delimitando una piscina a livello stradale. Sul
fondale, oltre all’ammasso informe di pietre, è disegnata una
cornice che inquadra la valva di conchiglia da cui spunta la testa
ridanciana del facchino. Un arco decorato a bassorilievo nella cui
lunetta è un’apertura ogivale serrata da un’inferriata delimita la
fontana superiormente.
Di
fronte a San Rocco, nel porto di Ripetta, attraccavano le navi
cariche di mercanzia, perciò la Confraternita degli osti volle
erigere una fontana ristoratrice raffigurante un facchino quale
simbolo di tutti i portatori di legna, vino, acqua, verdura e di
ogni tipo di merce che arrivava a Roma per via fluviale dall’alto
Lazio, di cui la più ricercata era senza dubbio il vino che trovava
nei portatori, dinanzi alla chiesa, tra feste e baldorie, i primi
degustatori.
di
Antonio
Venditti
13 settembre 2011 |