Augusto
Castellani era figlio di Fortunato e di Carolina Baccani e fratello
di Alessandro. Nato a Roma l’11 gennaio del 1829, si dedicò agli
studi classici, ma anche all’oreficeria, seguendo le orme paterne.
Tutta la sua vita fu caratterizzata da un fortissimo attaccamento
alla religione cattolica. Divenuto Papa Pio IX, nel 1846, lo
considerò una guida per la rinascita della nazione, secondo le
teorie giobertiane. L’anno seguente si arruolò, giovanissimo, nella
guardia civica. Le sue idee non gli permettevano di accettare i
principi della Repubblica Romana, eppure partecipò attivamente alla
sua difesa come artigliere, distinguendosi soprattutto nei
combattimenti del 3 giugno.
Entrati
i francesi a Roma, fu accusato di aver partecipato a un tumulto il
15 luglio del 1849 e incarcerato insieme con il fratello Alessandro.
Il padre dopo qualche giorno li fece liberare entrambi grazie alle
sue conoscenze e ai suoi mezzi economici. Augusto si dedicò con
tutte le sue energie al laboratorio di oreficeria, di cui nel 1851
divenne direttore amministrativo.
Sposò
la figlia di Filippo Farina, ministro del governo pontificio,
suscitando un certo scalpore nell’ambiente liberale romano.
Si
riaccostò alla politica dopo la dimissione del fratello dal
manicomio criminale, aderendo però alle idee monarchiche. Si
opponeva, seppur larvatamente, al potere temporale del Pontefice,
che riteneva responsabile dei problemi economici dello stato.
Dopo la
breccia di Porta Pia fece parte di una Giunta provvisoria del
governo italiano, all’interno della quale si oppose all’acceso
anticlericalismo di alcuni, pur nella convinzione della necessità di
una netta separazione tra Stato e Chiesa.
Fece
parte della delegazione incaricata di consegnare a Vittorio Emanuele
II i risultati del plebiscito del 2 ottobre 1870, quindi divenne
direttore del Museo Capitolino.
Dal
1883 al 1890 e dal 1895 al 1907 fece parte del consiglio comunale di
Roma, rimanendo in ombra a causa del rigore del suo comportamento
che lo faceva estraniare da quelli che riteneva giochi di potere.
Nel
1903 fu nominato cavaliere del lavoro, mentre però era costretto a
ridurre la sua attività di orafo a causa di una contrazione del
volume di affari. Morì nella sua amata città il 23 gennaio del 1914,
nel palazzo di piazza Fontana di Trevi. Venne seppellito al Pincetto
vecchio del Verano, in quella tomba di famiglia che si era fatto
costruire già dal 1865, una cappella rotonda adorna di antefisse
antiche e nella quale avrebbe voluto fossero inumati tutti i
collaboratori del suo laboratorio di oreficeria.
Di
Augusto Castellani si parlerà a Radio Manà Manà (89.100 MHz), nel
corso del programma "Romanà – 3000 anni di storia", ideato e
condotto da Maria Pia Partisani, in studio con Livia Ventimiglia il
lunedì dalle 12 alle 12,30.