San Bettino Craxi e altri racconti
"Quando
passano troppi anni la storia comincia a essere affollata
d’imprecisioni. Una volta si diceva che la storia la scrivono i
vincitori, adesso si può dire che la scrivono i mestatori, coloro i
quali hanno la possibilità di pubblicare i lori interventi sulle
riviste e anche quelli che compilano libri per le scuole elementari,
medie e universitarie". Così scrive Dante Maffia nel suo recente
volume "San Bettino Craxi e altri racconti" (EdiLet – Edilazio
Letteraria, 300 pagine, 14 euro), una raccolta che descrive pregi e
difetti degli italiani senza peli sulla lingua e senza falsa
retorica. Maffia indaga nell’animo umano senza pietà, mettendo a
nudo le parti più recondite dell’animo, i pensieri nascosti, la sete
di violenza, la solitudine e il bisogno d’amore. In una serie di
brevi racconti che hanno come filo conduttore il protagonista,
Leonida, scorrono fatti e personaggi dell’ultimo cinquantennio,
tratteggiati in punta di penna con ironia e disincanto, disancorati
dalla realtà fino a diventare elementi della fantasia inseriti in
situazioni surreali: "un impasto di verità che si condensano, si
negano, si intersecano e cantano, giocano nel mentre sorridono, si
nascondono
nel mentre si accendono di significati nascosti o imprevedibili",
come ha scritto Alberto Bevilacqua nella sua prefazione al volume.
Leonida non ha una ma cento facce, mentre discute con la moglie,
riflette sul senso delle cose o ritorna con la mente a un passato
fin troppo recente e doloroso. Alcuni racconti sono quadretti di
autentica poesia, come "Al mercatino degli zingari". L’autore riesce
a compenetrare la mentalità stessa di quei nomadi che "non hanno per
nulla il senso del denaro. Se piace una cosa che loro hanno esposto,
chiedono un euro, fosse un quadro, un servizio da caffé di Rosenthal,
una medaglia di Arturo Martini, un qualsiasi utensile. E se gli si
dà mezzo euro non battono ciglio". Leonida raccoglie un piccolo
quadro con la cornice sgangherata e offre cinquanta centesimi alla
zingarella che glielo vende. "E’ un’incisione di Morandi. Sarà vera?
Sì, è proprio vera, perché tra il vetro e l’incisione c’è un foglio
con l’autentica di una galleria famosa di Bologna". Leonida si perde
nelle sue riflessioni, pensa alle patacche che ci sono nei musei,
ammirate come pezzi autentici. Si sofferma sulle reliquie di alcuni
santi, che se si contassero "viene fuori che avevano sette braccia,
undici occhi ventisette mani". Ma "l’uomo vuole le sue illusioni".
Dante
Maffia è nato nella Sibaride, a Roseto Capo Spulico e si è laureato
in Lettere all’Università di Roma. E’ saggista, poeta, narratore e
giornalista, con al suo attivo oltre quaranta volumi di poesia,
narrativa e saggistica, ma anche numerose monografie dedicate ai
maestri dell’arte contemporanea. Ha vinto decine di premi a livello
nazionale e internazionale. Con EdiLet ha pubblicato nel 2010 "La
donna che parlava ai libri".
di
Cinzia Dal
Maso
19 ottobre 2011 |