Possibile
che in piena era della globalizzazione qualcuno creda ancora al
vecchio proverbio "moglie e buoi dei paesi tuoi"? Eppure un pensiero
di questo tenore sembra tormentare la protagonista di "Le passioni
di Ginevra", un avvincente romanzo di Serena Maffia (EdiLet –
Edilazio Letteraria, 142 pagine, 12 euro).
Una
giovane e affermata pittrice romana sposa per amore un ragazzo
meridionale e si trova catapultata in una realtà che non le
appartiene, in un paesino calabrese dove si sente straniera e dove
sarà costretta a fare i conti con pregiudizi, sospetti e persino con
la malasanità. Il comportamento e la mentalità dei suoceri la
irritano e la soffocano e si ritrova suo malgrado relegata nel ruolo
che non le appartiene di casalinga tagliata fuori dal resto del
mondo. Roma, la sua città, le sembra un sogno ormai lontano, ne
ingigantisce i pregi e ne scorda i difetti. Pensa con nostalgia
persino agli spazzini di Roma, al loro "ciarlare sgrammaticato nei
bar" e alla loro "aria snob che mantengono anche mentre agganciano
un bidone dell’immondizia al camion della spazzatura". Dove è
relegata ora, invece, "gli spazzini non si vedono, e se si vedono
hanno il capo chino e quasi si vergognano di lavorare. C’è chi vuole
lavorare al ristorante restando in cassa integrazione, e le donne
che lavorano non sono emancipate ma bisognose. Che cosa tremenda.
Nel resto del mondo il lavoro nobilita l’uomo, qui l’uomo sembra
fare un favore al lavoro. Un lavoro per passare il tempo, perché qui
il tempo non trascorre mai. Tutto è uguale a se stesso, le strade,
le persone, la vita; solo il mare è sempre diverso. Ma a guardare il
mare si diventa pazzi".
In quel
"piccolo ma piccolo paese, poche case, pochi abitanti, niente
internet, telefonini (perché non prendono le linee), niente locali,
niente cinema né teatri", le frustrazioni, i tradimenti, le
incomprensioni si trasformano in alienazioni e poi in una lucida
follia. Dentro di lei cresce una nuova vita e l’amore per il marito
si trasforma giorno dopo giorno in rancore. La donna comincia a
fuggire dalla realtà opprimente e perfino crudele e a rifugiarsi nel
mondo tranquillo e brillante della tv, dove Antonella Clerici
sorride ammiccante e diventa l’unico volto amico e confidente.
Mentre
sul piccolo schermo scorrono le immagini dell’ultima serata di
Sanremo, anche la storia del matrimonio vive le sue ultime battute,
per un finale a sorpresa, in cui la vita e la morte si contenderanno
la scena.
Serena
Maffia, che è nata in Calabria nel 1979 ma vive e lavora a Roma, si
è rivelata una profonda conoscitrice di una certa provincia
meridionale, analizzata con senso critico e profonda ironia.