Una
recente scoperta ha riportato alla ribalta le necropoli di
Tarquinia: nell’area archeologica della Doganaccia è riemerso da
strati di terra e di roccia calcarea un carro femminile etrusco in
buono stato di conservazione e adorno di fregi. Si trovava
all’interno del Tumulo della Regina, un enorme complesso funerario
con diametro di circa 40 metri, relativo a un personaggio di spicco
della Tarquinia del VII secolo a. C., nel quale è stata da poco
ritrovata anche una sfinge alta un paio di metri.
Vicino
al carro c’erano ceramiche finemente lavorate: certo la proprietaria
doveva appartenere alla migliore nobiltà cittadina. Qualche
archeologo ha perfino azzardato un nome, quello di Tanaquilla,
secondo la tradizione romana la moglie di Tarquinio Prisco, esperta
di aruspicina. Sarebbe stata proprio lei a spingere il consorte ad
aspirare al trono di Roma. Appena i due coniugi giunsero sul
Gianicolo, un’aquila si avvicinò loro e, calandosi lentamente ad ali
tese, tolse il pileo dal capo di lui e poi, con grande strepito,
glielo rimise a posto, tornando quindi in cielo. Tanaquilla avrebbe
accolto l’augurio con gioia, spiegando al marito che in Roma lo
aspettavano grandi onori.
L’eccezionale scoperta si deve all’Università degli Studi di Torino,
alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Etruria Meridionale
e della Città di Tarquinia, che, in collaborazione con l'Istituto
Superiore per la Conservazione e il Restauro, stanno conducendo la
loro quarta campagna di scavi. Il tumulo ha rivelato anche un ampio
accesso nella sua parte frontale, dove si poteva celebrare il nobile
defunto, oltre a una camera funeraria secondaria, sigillata da una
grande lastra di pietra.