L’insurrezione del 1867 vista da Adriano Sconocchia |
Le camicie rosse alle
porte di Roma
"La
seconda metà del 1867 fu particolarmente tormentata per lo Stato
Pontificio. Furono mesi difficili, segnati da eventi negativi quali
una forte epidemia di colera, il tentativo rivoluzionario dei
garibaldini (con il tacito accordo e sostegno del governo Rattazzi)
e la piaga del brigantaggio. Tre eventi strettamente connessi fra di
loro perché le forze preposte per affrontarli erano sempre le
stesse, e se la coperta la si tirava da una parte lasciava
inevitabilmente scoperta l’altra". Così Adriano Sconocchia introduce
l’argomento del suo saggio "Le camicie rosse alle porte di Roma" (Gangemi
editore, 192 pagine): un’analisi precisa, puntuale, stringente,
ricca di illustrazioni e documenti del tentativo garibaldino del
1867 a Roma e nello Stato Pontificio, che si sarebbe concluso
tragicamente – il 3 novembre di quello stesso anno - con la
battaglia di Mentana. "Anche se fallì – spiega Sconocchia –
l’insurrezione dell’autunno 1867 verrà ricordata per alcuni episodi
drammatici passati alla storia: l’esplosione, in Borgo, della
caserma Serristori; l’esecuzione capitale dei due responsabili Monti
e Tognetti, l’ultima prima dell’annessione, che tanto scalpore e
indignazione provocò nell’Europa di allora; la strage del lanificio
Ajani e il sacrificio di Giuditta Tavani Arquati, come ancora
ricorda la targa commemorativa sul palazzo". Sconocchia, in uno
stile elegante e scorrevole, descrive la donna come una coraggiosa "pasionaria"
romana, "l’anima della resistenza in casa Ajani, sia come
organizzatrice che per la capacità di infondere indefessamente
coraggio agli uomini che combattevano all’interno del lanificio".
Alcuni
comuni si distinsero per una accanita ed eroica resistenza. L’Autore
prende in esame il caso di Cori, conducendo uno studio serrato sulla
robusta documentazione al riguardo presente nell’Archivio di Stato
di Roma e anche, in parte minore, in quello di Latina. Si sofferma
anche su un episodio a lui particolarmente caro e oggetto di sue
approfondite indagini: il rapimento del piccolo Ignazio Tommasi e di
Augusto Colacicchi, messo in atto dai briganti della banda Panici.
Il
libro si chiude con la disfatta dell’esercito garibaldino, con il
giorno di Mentana, narrato da Sconocchia con i colori e le
sensazioni di un grande quadro storico e in uno stile avvincente e
coinvolgente. "La disparità delle forze in campo – scrive – la
conformazione del terreno, i terribili fucili chassepots a
retrocarica in dotazione ai soldati del generale francese De Polhés,
ed il mancato ricongiungimento degli uomini di Nicotera,
risulteranno alla fine determinanti".
Adriano
Sconocchia ha pubblicato, sempre per la casa editrice Gangemi, "La
banda Panici al tramonto dello Stato Pontificio" e un suggestivo
romanzo storico, "Il mastro di Mesa" (EdiLet – Edilazio Letteraria,
176 pagine - 12,00 euro).
di
Cinzia Dal
Maso
16 novembre 2011 |
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