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Eccezionale mostra di pittura a Palazzo Venezia

La Roma di Caravaggio e di Annibale Carracci

Il periodo che va dal 1595 al 1635 fu incredibilmente importante per Roma. Nella città ancora in crisi per lo scisma luterano si succedevano quattro grandi pontefici: Clemente VIII Aldobrandini, Paolo V Borghese, Gregorio XIV Boncompagni, Urbano VIII Barberini e iniziava uno straordinario sviluppo artistico che si sarebbe protratto fino alla fine del Seicento.

A questo affascinante argomento è dedicata la mostra curata da Rossella Vodret "Roma al tempo di Caravaggio", a Palazzo Venezia dall'11 novembre al 19 febbraio 2012, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico e per il Polo Museale della Città di Roma e realizzata con il supporto organizzativo di Civita e Munus.

Saranno esposti circa 140 dipinti provenienti dai maggiori musei italiani ed esteri, alcuni esposti in Italia per la prima volta, che costituisco il tessuto connettivo del panorama artistico della Città eterna in cui visse e operò il grande genio lombardo.

I primi anni del XVII secolo sono segnati dal confronto serrato e diretto tra due giganti della pittura italiana: il bolognese Annibale Carracci, capo indiscusso della corrente classicista, e il lombardo Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, creatore di una rivoluzionaria forma di rappresentazione della realtà. Entrambi scomparvero a un anno esatto l’uno dall’altro: il 15 luglio 1609 Annibale; il 18 luglio 1610 Caravaggio.

Michelangelo Merisi operò un’autentica rivoluzione nell’arte utilizzando la luce e l’ombra come suoi punti di forza per enfatizzare la drammaticità della rappresentazione. La potenza della sua luce inoltre permise di donare ai soggetti una dignità e una monumentalità ancora sconosciute.

Giunto a Roma nel 1595, qui Annibale Carracci ebbe modo di osservare le opere di età classica, traendone l’insegnamento per portare a compimento il suo rinnovamento della pittura. Ne derivò uno stile che poteva considerarsi una continuazione del Rinascimento, ma anche l’apertura di una nuova strada che portò verso il barocco.

Il rapporto tra i due artisti è reso evidente all'inizio del percorso espositivo dall'accostamento fra le rispettive versioni de la "Madonna di Loreto" realizzate negli stessi anni. La comparazione dei due quadri, mai messi a confronto prima d'ora, è di fondamentale importanza ai fini scientifici della mostra.

L’esposizione si articola in una serie di sezioni in cui vengono prese in considerazione sia le opere di destinazione pubblica - pale d'altare o dipinti legati ai luoghi di culto - sia dipinti di destinazione privata realizzati su commissione dei maggiori mecenati dell'epoca.

Negli anni successivi, infatti, le stimolanti basi gettate dai due maestri furono raccolte e sviluppate sia dai pittori classicisti bolognesi - rappresentati in mostra da artisti quali Domenichino, Lanfranco, Guido Reni, Albani - che avevano seguito Annibale nella città papale, sia da quanti fecero proprio il drammatico naturalismo di Caravaggio, come testimoniano i dipinti di Orazio e Artemisia Gentileschi, Carlo Saraceni, Orazio Borgianni e Bartolomeo Manfredi. Quest’ultimo divenne un abile falsario delle opere di Caravaggio, tanto che subito dopo la fuga da Roma del grande genio lombardo (1606) molte opere di Manfredi furono vendute come originali di Caravaggio.

Le due correnti dominarono il panorama artistico romano del secondo decennio e furono continuamente modificate e arricchite non solo da continui influssi e intrecci reciproci, ma anche attraverso intensi scambi con i numerosi pittori toscani, emiliani, genovesi, lombardi e soprattutto l'esuberante schiera di stranieri - francesi, fiamminghi e spagnoli - presenti a Roma in quel periodo, dei quali saranno esposte in mostra opere di Valentin, Vouet, Honthorst, Rubens, Ribera.

Le opere prescelte per l’esposizione sono state selezionate in modo da dare il panorama più ampio possibile delle complesse vicende che caratterizzarono l’ambiente artistico romano all’inizio del XVII secolo. Insieme ad opere provenienti da musei e collezioni private per l'occasione è presente eccezionalmente in mostra per la prima volta in Italia il "Sant’Agostino", recentemente attribuito a Caravaggio e oggetto di un vivace dibattito: a questo dipinto sarà dedicata una giornata di studi, condotta in collaborazione con l’Università di Roma, che vedrà riuniti a confronto i protagonisti della questione attributiva.

di Antonio Venditti e Cinzia Dal Maso

09 novembre 2011

 

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