Sta
per tornare a casa, ad Aquino, nella chiesa della Madonna della Libera, il
sarcofago romano in alabastro del III secolo a. C. decorato a rilievo con una
movimentata corsa di quadrighe. La scena dovrebbe essere ambientata a Roma, nel
Circo Massimo.
L’eccezionale
reperto era tornato alla luce fortuitamente nell’Ottocento, con uno scavo
effettuato in quella stessa chiesa ed era stato portato nell’atrio del palazzo
del Seminario, bombardato durante l’ultimo conflitto mondiale. Nel risistemare
la chiesa dopo la guerra, il parroco di allora, don Battista, non avendo i mezzi
per comperare un nuovo altare, decise di adattare allo scopo il sarcofago,
ponendolo su due leoncini medioevali e ricoprendolo con una lastra di marmo.
Nel 1990-91 la
chiesa fu interessata da ingenti lavori di restauro. Tra ponteggi e impalcature,
la confusione regnava sovrana e la sorveglianza scarseggiava. Fu così che una
mattina si scoprì che il sarcofago non c’era più. Nel corso della giornata,
però, la polizia fermò sull’autostrada un furgone per un controllo, ritrovando
il sarcofago prima ancora che venisse sporta denuncia. L’episodio, anche se a
lieto fine, avrebbe dovuto costituire un avvertimento. Così non fu e il prezioso
reperto tornò al suo posto, anche se per poco tempo, mentre i restauri
continuavano. La notte tra il 2 e 3 settembre 1991 il sarcofago sparì davvero,
stavolta insieme con i due leoncini. Ci sono voluti 20 anni, ma alla fine il
Gruppo Tutela Patrimonio archeologico della guardia di finanza ha recuperato il
reperto, che però per il momento si dovrebbe trovare ancora all’estero, dove era
stato portato.