Ha
riscosso un grande successo la proiezione, al Teatro Valle occupato,
la proiezione del film-documentario di Gigliola Funaro "El muchacho
de Buenaventura", un omaggio al drammaturgo piemontese Aldo Nicolaj.
Abbiamo
chiesto a Gigliola Funaro la ragione di questo titolo in lingua
straniera. "I motivi sono due", ha spiegato. "Innanzi tutto
significa che è un ragazzo dalla buona sorte, perchè Nicolaj ha
avuto fortuna e la sua fortuna è nata all'estero, in Colombia,
quando all'età di 30 anni per caso ha incontrato a Buenaventura il
famoso giornalista del Tiempo che, colpito dalla sua cultura, ha
scritto un grande articolo su di lui in terza pagina, intitolandolo,
appunto, "El muchacho de Buenaventura". Notato per questo
dall'ambasciatore italiano, è poi diventato per 5 anni addetto
culturale all'Ambasciata Italiana in Guatemala.
"Il
secondo motivo del titolo – continua la regista - è che Nicolaj è
apprezzato e rappresentato ancora oggi in tutto il mondo (tanto da
vincere nel 1997 il premio SIAE come autore italiano dell'anno più
rappresentato all'estero), piuttosto che in Italia, dove ha sì
ricevuto molti premi ed è stato interpretato dai più grandi attori,
come Gianmaria Volontè, Gianni Santuccio, Paola Borboni, Paolo
Poli, Corrado Pani, Rossella Falk, Marisa Fabbri e molti altri, ma
ha avuto anche periodi di silenzio e di indifferenza".
Gigliola Funaro è partita da un'intervista realizzata da lei stessa
al drammaturgo nel 2003, sviluppata cinematograficamente con alcune
scene recitate da attori, che fanno emergere non solo la poetica
delle sue commedie più interessanti, ma anche episodi della sua vita
in America Latina.
E’ così
che il documentario diventa un film, interpretato da attori
professionisti, tra i quali Mariano Rigillo, Cicci Rossini, Renato
Scarpa, Paolo Poli, Paolo Ferrari, Ivana Monti, Loredana Martinez,
Silvia Siravo e altri.
Personaggi di diverse commedie si incontrano e si confrontano,
lasciando trasparire i temi principali di Nicolaj: l'inadeguatezza
dell'animo umano, la terza età, l'emancipazione femminile, la
critica del consumismo, ma soprattutto il rapporto tra Aldo Nicolaj
e l'acqua: in molte sue commedie si parla di mare, di fiumi, di
laghi, di torrenti (Il Mondo d'Acqua, Ricci di mare, Amleto in salsa
piccante, gli Atatuco, Una Stella di mare, Classe di Ferro, Una
famiglia molto unita, Due gatte randagie, ecc.). L’acqua per Nicolaj
rappresenta il rifugio e la liberazione da una società opprimente.
I
personaggi fatti emergere dalla regista dialogano su una spiaggia o
dentro un torrente o parlano dell'elemento acqua, che ricorre
continuamente a livello visivo e permea del suo fascino il film.
La
sorte ha voluto che Aldo Nicolaj scomparisse in solitudine il 5
luglio del 2004 ad Orbetello, nella casa dove nell’ultimo periodo
della sua vita ha soggiornato e scritto per diversi mesi all'anno,
vicino al mare tanto amato.