Simbolo
delle istanze progressiste degli anni Venti e Trenta del Novecento,
Tamara de Lempicka è l’artista più nota e amata del periodo Decò,
piena di fascino e di eleganza. Alla sua complessa figura e al suo
linguaggio figurativo è dedicata la grande mostra curata da Gioia
Mori che sarà ospitata dall’11 marzo al 3 luglio al Complesso del
Vittoriano, in via San Pietro in Carcere.
Posta
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana,
l’esposizione è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, in collaborazione e con la partecipazione del Comune di
Roma (Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione),
della Provincia di Roma (Presidenza e Assessorato alle Politiche
culturali), della Regione Lazio (Presidenza e Assessorato alla
Cultura, Arte e Sport). La rassegna è organizzata e realizzata da
Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia.
Gioia
Mori, storica dell’arte nota a livello internazionale per le sue
ricerche su Tamara de Lempicka, propone una nuova lettura delle
opere dell’artista, scaturita da ricerche inedite che costruiscono
ex novo la storia di molti dipinti; documenti di un legame finora
sconosciuto con Prampolini, confermato dalla storia di un dipinto in
mostra; diverse opere non sono mai state esposte in Italia: tra
queste cinque dipinti della collezione di Jack Nicholson; un
eccezionale ritrovamento, un importante dipinto del 1923, Portrait
de Madame P., finora considerato perduto, noto solo attraverso
un’antica foto in bianco e nero.
Novanta
dipinti e trenta disegni di Tamara de Lempicka ripercorrono il
cammino artistico della "regina del moderno"; cinquanta fotografie
d’epoca – alcune delle quali inedite - documentano il "personaggio"
Tamara, ritratta quasi sempre come una diva del cinema anni ’30; due
film degli anni Trenta in cui la Lempicka si colloca davanti alla
macchina da presa; tredici dipinti di artisti polacchi che frequentò
in Francia e a Varsavia raccontano il rapporto con l’arte
contemporanea della sua patria. Con 120 opere della Lempicka, questa
mostra si attesta come la più grande finora realizzata.
L’esposizione si avvale inoltre di un prestigioso comitato
scientifico composto da Gioia Mori, Alain Blondel, storico
dell’arte, Katarzyna Nowarowska-Sito, Museo Nazionale di Varsavia.
Il
catalogo della mostra costituirà il più completo e innovativo volume
sulla Lempicka, avvalendosi di numerose scoperte compiute da Gioia
Mori nel corso degli ultimi cinque anni, materiali da cui emerge un
completo profilo storico dell’artista.
Molte
scoperte sono comunicate nell’apparato di schedatura che correda le
120 opere in mostra, delle quali sono state reperite e illustrate le
fonti iconografiche e i contemporanei legami con l’illustrazione di
moda, il cinema e la grafica pubblicitaria.
Il
saggio introduttivo di Gioia Mori nasce dalla capillare
consultazione di tutti i quotidiani, riviste d’arte e riviste di
moda dell’epoca, indagine che ha permesso una corretta
contestualizzazione dell’artista, di ricostruire i suoi rapporti con
i futuristi italiani, con gli stilisti dell’epoca, con il cinema
tedesco e francese, con la grafica pubblicitaria. Tutti rapporti
documentati attraverso un inedito e ricchissimo apparato
iconografico.
"Dagli
anni Settanta - scrive Gioia Mori - torna a essere quel fenomeno
mondiale che fu già negli anni Venti e Trenta, e strappa a tutti i
compagni di strada dell’École de Paris il titolo di regina della
modernità, laddove per modernità si intende anche l’invenzione di
formule di comunicazione e marketing che solo un artista pop come
Warhol – grande ammiratore della Lempicka – saprà applicare con
uguale efficacia alcuni decenni dopo. La mostra al Vittoriano
diventerà imprescindibile per una considerazione corretta del
percorso artistico della Lempicka: questo, grazie soprattutto al
ritrovamento di alcune importanti opere degli anni Venti finora
considerate perdute, al reperimento di importanti fonti documentarie
che permettono di ricostruire esattamente le presenze espositive
della Lempicka tra il 1922 e il 1957 e la risposta della critica
dell’epoca, di capire la sua strategia di comunicazione in Europa e
negli Stati Uniti".
Gioia
Mori - storica dell’arte, curatrice di mostre e critico d’arte - sta
preparando un importante volume su Tamara de Lempicka e la Moda, che
sarà pubblicato da Skira.
Ha
pubblicato studi su Carpaccio, Crivelli, de Chirico, Degas, Cézanne.
Su Tamara de Lempicka, che studia dal 1990, ha pubblicato un volume
nel 1994 e curato la mostra allestita al Palazzo Reale, a Milano,
nel 2006.