Nel
giugno del 1849, l’eroica ma vana difesa della neonata Repubblica Romana - messa
sotto assedio dalle truppe francesi capeggiate dal generale Oudinot – ebbe come
fulcro la porta San Pancrazio, che alla fine dei combattimenti era ridotta un
cumulo di macerie. Dopo la restaurazione del governo pontificio, Pio IX incaricò
della sua ricostruzione l’architetto Virginio Vespignani, che nel 1854 la eresse
nelle attuali forme, sobrie e solenni.
Sicuramente non
c’era un luogo più adatto di questo a ospitare il Museo della Repubblica Romana
e della Memoria Garibaldina, entrato a far parte del Sistema Musei Civici di
Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico –
Sovraintendenza ai Beni Culturali, gestito da Zètema Progetto Cultura.
Il complesso
monumentale di Porta San Pancrazio non solo è stato ripulito all’esterno, ma è
stato recuperato all’interno in ragione dei nuovi allestimenti multimediali del
museo, pur nel rispetto delle caratteristiche architettoniche e storiche.
Il percorso
espositivo si snoda lungo i quattro piani dell’edificio raccontando le vicende
storiche della Repubblica Romana e della tradizione garibaldina, attraverso
busti, dipinti, incisioni e cimeli, ma soprattutto grazie a plastici e a un
ricchissimo apparato multimediale, per guidare anche i visitatori più giovani
alla scoperta dei luoghi, delle date e dei principali protagonisti dei fatti di
un periodo di grande fermento politico. Sala dopo sala è così possibile
ricostruire l’evoluzione degli eventi che portarono dai moti europei del 1848,
passando per la fase liberale di Pio IX, alla precipitosa fuga del pontefice a
Gaeta e alla proclamazione della Repubblica Romana sino al suo drammatico
epilogo nel luglio 1849, a conclusione dei durissimi scontri che videro le
truppe romane opporsi alle soverchianti forze dell’esercito francese accorse in
aiuto del Papa.
I momenti salienti
della vita della Repubblica Romana sono rievocati attraverso incisioni e bandi
storici dell’epoca, mentre i protagonisti rivivono grazie a una raccolta
iconografica di dipinti e stampe, oltre a video interattivi; sfogliando un album
fotografico virtuale, è invece possibile ripercorrere le storie degli eroi
immortalati nelle erme del Gianicolo.
Nel salone al
secondo piano - l’ambiente più grande e significativo del complesso - in
un video di forte impatto emotivo scorrono le immagini dell’assedio con cui i
Francesi strinsero la città tra la primavera e l’estate del 1849, mentre
un’animazione che parte dalle foto e dal grande panorama dipinto dal
belga Léon Philippet, dà la suggestione della battaglia del 1849 vista da Villa
Savorelli, l’attuale Villa Aurelia, quartier generale di Garibaldi. Il panorama
si compone di 12 tele - conservate presso la Città di Seraing in Belgio – che,
posizionate una accanto all'altra, danno il senso di un’immersione totale nello
spazio. Nel plastico del Gianicolo è possibile visualizzare i luoghi e i
monumenti chiave dell’epopea, dal tratto di mura a destra e a sinistra della
porta a villa Pamphili, al casino dei Quattro Venti, dalla villa del Vascello al
fontanone dell’Acqua Paola e al complesso di San Pietro in Montorio.
Le ultime sale sono
dedicate ad alcuni dei principali protagonisti che persero la vita nella difesa
della Repubblica Romana, come Luciano Manara o Goffredo Mameli, e alla
Costituzione della Repubblica Romana, testo di straordinaria modernità emanato
con grande fierezza in Campidoglio quando le truppe francesi erano già entrate
nella città.
Il percorso di
visita prosegue nell’altro corpo dell’edificio, dove sono esposti divise,
cimeli, dipinti, armi e ricordi fotografici, che testimoniano la continuità di
vita della tradizione garibaldina, protagonista di molta storia del XX secolo.
Il percorso è
completato da due video scritti e diretti da Leonardo Petrillo: nella Sala Pio
IX, Massimo Wertmuller nei panni di Ciceruacchio è impegnato in un
immaginario dialogo con il Pontefice mentre nella Sala dei Giovani Patrioti sei
attori raccontano le gesta di altrettanti eroi: Nino Costa (Luca Mannocci);
Giovanni Nicotera (Andrea Riso); Goffredo Mameli (Riccardo Floris);
Luciano Manara (Giulio Forges Davanzati); Andres Aguyar (Ludgero
Dos Santos) e Cristina Trivulzio Belgioioso (Evita Ciri).
Gli interventi di
recupero e valorizzazione dell’edificio sono stati finanziati dall’Unità Tecnica
di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e condotti dall’area
progettazione di Zètema Progetto Cultura in collaborazione con Studio Next Urban
Solution sotto la supervisione della Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma
Capitale.