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Grande mostra ai Musei Capitolini fino al 25 settembrew

Le facce del potere
attraverso i ritratti

"Ritratti. Le tante facce del potere", seconda mostra del ciclo "I giorni di Roma", ai Musei Capitolini fino al prossimo 25 settembre, offre un’occasione per riflettere su uno straordinario strumento di comunicazione: attraverso il ritratto, a partire dalla tarda età repubblicana, si affermava il prestigio politico e sociale in monumenti pubblici, celebrativi, funerari e nelle stesse dimore private. Non venivano semplicemente riprodotte le fattezze fisionomiche dell’individuo secondo precisi intenti naturalistici, ma si comunicava un messaggio di auto-rappresentazione, offrendo di volta in volta un’immagine eroica, dell’energico uomo d’azione, oppure dell’uomo politico ormai maturo e pacato.

E’ un fenomeno comunicativo già presente in ambiente greco, ad esempio nei ritratti dei sovrani, nei quali si passa in continuazione da ritratti realistici, che trasmettono un forte senso di energia, a ritratti idealizzanti che rendono l’immagine simile a quella di un dio. I Romani seppero adeguarlo alla loro società in modo eccezionale, come mostrano i ritratti di Augusto, da giovane rappresentato come un novello Alessandro Magno, da uomo maturo come riflessivo e attento al bene comune, consono all’esaltazione dei valori religiosi e morali del pontefice massimo e dell’uomo di governo.

D’altronde, quasi ogni imperatore ha tentato di farsi raffigurare secondo un codice distintivo che ne esaltasse figurativamente le diversità caratteriali e politiche rispetto agli imperatori che lo avevano preceduto: dai lineamenti quasi "barocchi" dell’ultimo ritratto di Nerone, alle forme realistiche e austere dei volti dei primi due imperatori flavi, Vespasiano e Tito, che sembrano echeggiare in qualche modo le soluzioni della ritrattistica repubblicana, ai volti ellenizzanti di Adriano e Antonino Pio, al volto austero e severo di Marco Aurelio, che volle come modelli probabilmente i ritratti dei filosofi greci, ai ritratti potenti ed energici degli imperatori soldati di III secolo.

Ai Musei Capitolini saranno esposti oltre centocinquanta tra teste, busti e statue in terracotta, bronzo o marmo, provenienti dai principali musei europei.

La mostra curata da Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce, è un’iniziativa promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, organizzata da Zètema Progetto Cultura e MondoMostre. Permette di approfondire le origini del ritratto romano, attraversando la vasta produzione in marmo e bronzo di età imperiale, fino a raggiungere l’età tardo-antica.

Nella sezione "Dalla maschera al ritratto" si segue il percorso che dai calchi realizzati sul volto dei defunti o di personaggi viventi portò alle prime elaborazioni ritrattistiche. In "Egitto, Grecia, Roma" si contrappongono due differenti modi di rappresentazione: a carattere ideale, con un deciso miglioramento dei tratti facciali secondo i canoni di bellezza vigenti, e a carattere individuale, o realistico, nel quale, al contrario, si privilegia la riproduzione dei lineamenti specifici dell’individuo. Grazie a "Principi e uomini come dei" sono illustrati i modi dell’assimilazione dell’immagine dell’imperatore a quella degli dei. Con "Lo schema delle immagini" si offre una panoramica quanto più completa possibile delle tipologie di modelli statuari utilizzati - statue in lorica, statue in toga, statue in nudità eroica, ritratti entro scudo - e si propone contemporaneamente uno zoom sul senso e sul valore della gestualità quale strumento di comunicazione. Nella sezione "Il volto dei potenti" una galleria dei volti dei principali personaggi della storia romana, dalla Repubblica all’Impero, mostra come le loro immagini siano state costruite anche in chiave di comunicazione politica. L’ultima sezione, "Le acconciature femminili", aiuta a scoprire che anche i cambiamenti di moda e gusto non sono fenomeni semplicemente estetici, ma riflettono profonde trasformazioni in atto all’interno della società.

In età imperiale, nell’elaborazione dei ritratti, un ruolo centrale fu giocato anche dal tentativo da parte di privati di adeguare la propria immagine a quella del loro imperatore. E’ un fenomeno ben conosciuto che, se da un lato permette di stabilire una corretta cronologia dei ritratti, dall’altro mostra con grande evidenza i mutamenti del gusto e i differenti modi di autorappresentazione delle classi dirigenti.

La mostra è completata dal catalogo con saggi di di Klaus Fittschen, Paul Zanker, Annalisa Lo Monaco, Matteo Cadario, Laura Buccino, Massimiliano Papini e dei curatori Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce.

di Antonio Venditti

15 marzo 2011

 

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