Pietro
Roselli era nato a Roma nel 1808. Frequentò l’accademia militare
diventando tenente del genio dell’esercito pontificio. Partecipò
alla prima guerra di indipendenza in Veneto alla testa di un
battaglione di volontari, prima come capitano e poi come maggiore.
Nell’esercito della Repubblica Romana fu promosso colonnello e come
tale intraprese una campagna contro il brigantaggio nelle Marche.
Nel maggio del 1849 venne richiamato a Roma e nominato – per volere
di Mazzini - generale di divisione, con il comando supremo delle
truppe. Così Roselli scavalcava di fatto Garibaldi, con la
giustificazione che, essendo romano e di sentimenti moderati, nonché
ex ufficiale pontificio, sarebbe stato meglio accettato sia dai
soldati della Repubblica che all’estero.
Caduta
la Repubblica, andò in esilio a Genova, ma nel 1859 era di nuovo a
capo di una divisione di volontari. Finalmente nel 1860 divenne
tenente generale dell’esercito italiano, con il quale partecipò alla
conquista di Ancona, di cui fu anche comandante di piazza. Roselli
morì nel 1885 nella città marchigiana, dove fu sepolto, per sua
espressa volontà.
L’anno
seguente il Comune di Roma, per onorare la memoria dell'illustre
concittadino, concesse gratuitamente un’area di sepoltura nel
cimitero del Verano e partecipò alle spese per la tomba, progettata
da Ignazio Roselli Lorenzini, nipote del generale, e realizzata in
pietra gabina dallo scultore Adalberto Cencetti (1847 - 1907).
Il
busto del Gianicolo è invece opera di Pietro Benedetti (1893).
Dell’argomento si parlerà a Nuova Spazio Radio (88.100 MHz), a "Questa
è Roma", il programma ideato e condotto da Maria Pia Partisani,
in studio con Livia Ventimiglia il martedì dalle 14 alle 15 e in
replica il sabato dalle 10 alle 11.