Le demolizioni
operate in epoca fascista lungo via Giulia – splendido rettifilo voluto
all’inizio del Cinquecento da Giulio II – ne hanno alterato il delicato
equilibrio architettonico.
A cominciare dal
dopoguerra si sono discusse numerose ipotesi di intervento, fino a una proposta
degli anni Ottanta, che non ha avuto seguito poiché ritenuta poco rispettosa del
contesto circostante. Pertanto, a eccezione di un modesto intervento di recupero
negli anni Novanta - che ha interessato solo la ricostruzione della parte
edificata risparmiata dalle demolizioni e il restauro della chiesetta di San
Filippino Neri - il vuoto urbanistico di via Giulia non è stato colmato.
Come ha spiegato
Paolo Portoghesi, "lo squarcio creato dalla demolizione di due isolati verso il
Tevere (il palazzo Ruggia, il palazzo Incoronati e la testata delle case
omonime) e dalla parziale distruzione dell’isolato che include la chiesa di San
Filippino altera profondamente il carattere della strada interrompendo la
luminosità filtrata prodotta dalle quinte stradali, disposte a pochi metri una
dall’altra, con una improvvisa chiazza di luce che finisce per spezzare la
continuità visiva della strada dividendola in due tronconi. La sequenza
perfettamente equilibrata dei volumi edilizi disposti ai lati dello spazio
compresso della strada è stata così interrotta bruscamente con un effetto di
sgradevole cesura".
Per questo
l’Amministrazione Capitolina ha inserito la riqualificazione di Via Giulia, una
delle strade più prestigiose della capitale, nell’ampio programma di
riqualificazione urbanistica e ambientale del centro storico. Occorre quindi
definire una soluzione progettuale condivisa: un’opportunità unica da ponderare
scrupolosamente sul piano architettonico, ambientale ed urbanistico
Oggi l’esigenza
d’intervento è dettata anche dalla necessità di definire la sistemazione della
parte di superfici interessate dalla realizzazione di un parcheggio sotterraneo.
Il dibattito su
questo straordinario intervento nel cuore del tessuto rinascimentale di Roma si
è riaperto all’Auditorium dell’Ara Pacis con un incontro dal tema "La Moretta e
Via Giulia. Passato e nuove idee s’incontrano", promosso dal Dipartimento
Programmazione e Attuazione Urbanistica, Direzione Programmazione e
Pianificazione del Territorio-Ufficio Città Storica di Roma Capitale.
I possibili scenari
di intervento sono stati affrontati con la collaborazione di sette architetti
italiani e stranieri che hanno presentato le proprie idee progettuali per dare
una risposta al vuoto urbanistico presente lungo via Giulia, in corrispondenza
con Ponte Mazzini.
Aldo Aymonino,
David Chipperfield, Stefano Cordeschi, Roger Diener, Paolo Portoghesi, Franco
Purini e Giuseppe Rebecchini hanno fornito il loro diverso e originale
contributo, confrontandosi con l’equilibrio e l’armonia dei luoghi.