I
preziosi marmi bianchi e colorati che ornavano i monumenti della Roma imperiale,
provenendo da ogni parte del mondo allora conosciuto, continuarono ad essere
riutilizzati per secoli. Veri maestri in quest’arte del "riciclaggio" furono i
Marmorari Romani, che a partire dalla metà dell’XI secolo si specializzarono
nell’opus sectile, con cui diedero nuovo splendore alle basiliche, decorando
chiostri, cibori, cattedre episcopali e pavimenti. Non erano solo marmisti, ma
anche abbozzatori, lapicidi, scultori, scalpellini, mosaicisti, per i quali fino
all’inizio del Novecento gli antichi scavi hanno costituito una sorta di cava a
cielo aperto.
Nel 1406 nasceva l’Università, o
meglio, il Sodalizio dei Marmorari Romani, per esigenze di mutuo soccorso
corporativo. Infatti, all’inizio del XIV secolo la sede papale si era spostata
ad Avignone, interrompendo di fatto la grande committenza della chiesa di Roma
alla categoria artigiana dei marmisti. Questa data, però, segna solo la
creazione legale della corporazione, la più antica d’Italia: la tradizione
marmoraria romana nasce con l’Impero e, senza interruzioni, vive ancora oggi
nella nostra città e nei suoi componenti, i lavoratori della materia lapidea.
Una vicenda affascinante raccontata da Dario Del Bufalo nel volume "Università
dei Marmorari di Roma" edito da "L’Erma" di Bretschneider: non solo una storia
della corporazione, ma anche una guida generale sull’argomento e un valido
strumento per chi volesse approfondire la propria conoscenza sul mondo dei marmi
colorati romani riusati nel Medioevo dalle famiglie dei principali artisti, dei
Cosmati specializzati nei pavimenti, dei Vassalletto negli arredi liturgici e di
Arnolfo di Cambio maestro insuperabile nelle meravigliose architetture dei suoi
cibori. Dalle loro sapienti mani uscirono capolavori di grazia e armonia, come
quelli che si possono ammirare nella chiesa superiore di San Clemente, che
conserva quasi integro il complesso arredo liturgico. L’asse longitudinale della
navata mediana è scandito da ruote di porfido unite tra loro da fasce con
andamento circolare, alle quali si incrocia una seconda corsia con elementi
circolari.
Il volumetto si presenta anche
come un vademecum per il turista impegnato nel grand tour della Roma lapidea
delle grandi chiese, descritto anche con un minimo supporto di topografia
cittadina. Non manca nemmeno un paragrafo dedicato ai protettori dei marmorari
romani, che fin dall’alto Medioevo erano i Santi Quattro Coronati, venerati
nella basilica omonima del Celio. Secondo la tradizione più accreditata,
sarebbero stati martiri uccisi in Egitto, dove lavoravano come cavatori di
marmo. "Per celebrare i loro protettori – scrive Del Bufalo – nel 1596 gli
associati fondarono la Confraternita dei Ss. Quattro Coronati con l’approvazione
di Clemente VIII. Primo governatore ne fu lo scultore Giacomo della Porta". "Per
essere ammessi alla Confraternita - continua lo studioso – oltre ad essere
artigiani del marmo bisognava aver compiuto venti anni ed essere di condotta
morale ineccepibile. L’ammissione dei novizi era decretata dai maestri e
l’ammissione, detta ingresso, prevedeva un particolare cerimoniale. Una volta
ammesso, il novizio era sottoposto alla vestizione con l’abito cosiddetto
‘sacco’, un semplice camice con cappuccio di colore rosso con lo stemma dei Ss.
Quattro Coronati". Nel 1597 i marmorari si spostarono nella chiesa di San
Leonardo, dove rimasero fino al 1621, anno in cui papa Gregorio XVI donò loro la
chiesa di S. Andrea in Vincis, demolita nel 1929.
Lo
studio più illustre ed esauriente sulla storia, l’uso e i manufatti di porfido –
il più prezioso dei marmi colorati - è certamente l’Antike Porphyrwerke di
Richard Delbrueck: un libro introvabile e ricercatissimo da studiosi,
archeologi, collezionisti e antiquari di mezzo mondo, stampato nel 1932 in pochi
esemplari. Non c’era dunque modo più degno per celebrare il secentenario
dell’Università dei Marmorari che presentare, in ristampa anastatica,
quest’opera dopo tanti anni ancora validissima, nella quale, a un elenco delle
fonti principali concernenti il porfido, fanno seguito un’introduzione storica
generale ed un catalogo completo degli antichi oggetti in porfido conosciuti
dall’autore.
L’Università dei Marmorari di Roma
ha inoltre promosso e dato il via alla traduzione del testo di Antike
Porphyrwerke in italiano, con l’aggiunta di un’appendice che riguarderà le nuove
conoscenze sull’argomento - in campo geografico e geologico – oltre alle nuove
scoperte archeologiche e a tutti quegli oggetti d’arte che il Delbrueck non ha
avuto tempo o modo di conoscere e pubblicare.
Il Comitato Nazionale, nel biennio
2006/2008, si propone di proseguire le attività della più antica Corporazione
artigiana d’Italia ancora vitale e operante. Le tematiche saranno affrontate
attraverso una serie di iniziative ed attività studiata per promuovere e
valorizzare la produzione marmoraria.
Dopo la pubblicazione della storia
dell’Università dei Marmorari, è previsto un volume riguardante l’Archivio
storico dell’Università stessa, conservato presso l’Accademia Nazionale di San
Luca, grazie al quale sarà riorganizzata e raccolta tutta la documentazione del
patrimonio cartaceo della Corporazione.
Ancora tra gli interessi del
Comitato sono le tecniche e competenze in materia di restauro e lavorazione dei
materiali lapidei antichi, studiate attraverso convegni e pubblicazioni
scientifiche. Primo esempio del genere in Italia, è giunta poi la progettazione
di un Museo del Marmo, come sezione specifica permanente all’interno del Museo
dei Fori Imperiali nei Mercati di Traiano. Sarà realizzata inoltre una mostra
sui Marmi Antichi e sull’attività dei Marmorari Romani. Attuale sede
dell’Università dei Marmorari Romani è il Castello della Cecchignola, tornato
all’antico splendore dopo tre anni di restauri, dove è stata istituita una
Biblioteca che raccoglie volumi riguardanti l’Università stessa, ma anche l’arte
e l’artigianato lapideo in generale.
Dell’argomento si parlerà a
"Questa è Roma!", la trasmissione ideata e condotta da Maria Pia Partisani, in
onda ogni domenica mattina, dalle 9.30 alle 10.30, su Nuova Spazio Radio (88.150
MHz).